Oncologia

Domande frequenti

Quali sono i fattori di rischio per il tumore del seno?

Come per altri tumori, accanto a fattori ambientali, associati allo stile di vita, esistono anche fattori di rischio onco-genetici individuali (predisposizione genetica). Nel 5-10% dei casi, il tumore della mammella è associato a una mutazione genetica ereditaria presente su due geni (BRCA1 e BRCA2), che predispongono la donna allo sviluppo sia di tumore del seno, sia di tumore dell’ovaio. Particolare attenzione dovrebbero prestare le donne che all’interno della loro famiglia (mamma, sorelle, zie) presentano più casi di tumore alla mammella, specie in giovane età.

Tumore al seno: i segnali da non sottovalutare

Tutte le modifiche che avvengono al proprio seno vanno ritenute campanelli di allarme, per cui è bene rivolgersi a una specialista. Ne sono un esempio: la comparsa di secrezione ematica, cambiamenti della pelle del seno – in particolare la pelle a buccia d‘arancia – e del seno stesso, come l’introflessione del capezzolo o il cambiamento del verso o della forma del capezzolo, o noduli che prima non si sentivano.

Avere coscienza del proprio corpo e del proprio seno, anche mediante l’autopalpazione, è importante. Giocano poi un ruolo fondamentale le campagne di screening e i programmi già diffusi sul territorio nazionale, come quelli mammografici.

Cosa significa ricostruire una mammella?

Ricostruire una mammella significa ricreare la simmetria con la mammella sana in termini di volume, forma e posizione; il solco mammario, ovvero la piega che si trova nella parte inferiore della mammella, deve essere alla stessa altezza in entrambi i seni. Occorre poi che entrambe le mammelle reagiscano ai movimenti il più possibile allo stesso modo, per esempio quando si alzano o si allargano le braccia, e che abbiano un comportamento simile anche nel processo di invecchiamento e nella relativa e fisiologica caduta dei tessuti.

I casi possono essere molteplici: si va dalla quadrantectomia che prevede l’asportazione di una sola parte di un seno, alla mastectomia bilaterale che comporta l’asportazione di entrambe le mammelle. Vi è poi la cosiddetta nipple-sparing, una tecnica che prevede lo svuotamento della mammella con conservazione dei tessuti di rivestimento, ovvero cute, areola e capezzolo. In questo “sacchetto” vuoto, sotto il muscolo pettorale si inseriscono le protesi.

Quali sono le differenze tra ecografia mammaria e mammografia?

L’ecografia mammaria è un esame eseguito attraverso l’utilizzo degli ultrasuoni mentre la mammografia è un esame radiografico. Il primo viene utilizzato soprattutto per valutare la mammella nella sua struttura adiposa e fibrosa. È molto utilizzato nelle donne giovani perché consente di individuare strutture come la mastopatia fibrocistica o i fibroadenomi, che sono noduli benigni di consistenza fibrosa. La mammografia è invece mirata all’individuazione di micro-calcificazioni o noduli di piccole dimensioni soprattutto in donne che hanno una mammella in involuzione, quindi con più di 40 anni.